Che l’albo pretorio on-line del comune di Paola possa riservare sorprese, i cittadini – da un po’ di tempo – se ne sono accorti.
Tra documenti pubblicati e poi imboscati per ricomparire rettificati, e altri che sono apparsi e poi scomparsi per svariati giorni, nell’ultimo periodo una sorta di caos sembra essersi impadronito della bacheca ufficiale che dovrebbe certificare la trasparenza amministrativa.
Dopo i casi registrati riguardo la delibera di giunta n.145, pubblicata in data 7 dicembre e relativa alla nomina di un legale ingaggiato per tutelare il comune in un contenzioso aperto sul fronte Tari da alcuni utenti – tra i quali figurava il padre di un assessore, nonché marito di una consigliere di maggioranza – vaporizzatasi nell’arco di un pomeriggio domenicale in seguito ad un articolo di stampa, e successivamente al mistero riguardo la determina dirigenziale n.91, redatta dal segretario Nicola Falcone lo scorso 13 dicembre e riguardante la revoca delle decisioni assunte in merito alle graduatorie da utilizzare per assumere tre tecnici (a tempo indeterminato, presso l’Utc di Via Baracche), un altro giallo s’è verificato con la determina n.12 dello scorso 22 febbraio.
Nella fattispecie si tratta dell’atto col quale sono stati incasellati i dati inerenti la realizzazione di un “centro laboratoriale territoriale solidale nell’ambito della Linea di Intervento 8.2.1.2”; documento composto da 21 pagine che ha visto la luce del web lo scorso 2 marzo.
L’asse portante del fondamentale documento, col quale sono state stabilite le linee di intervento finanziario per il restyling di Largo Sette Canali, è stato basato sulla «Relazione Generale Acclarante i rapporti tra la regione Calabria e il Comune di Paola», un “papiello” di undici facciate nel quale sono contenute tutte le voci di spesa che, tra entrate e uscite, il supporto al Rup, ing. Monica Bruno, e il responsabile del procedimento, geom. Giovanni De Medici, hanno accertato e ratificato.
Con la firma e i timbri apposti a tutto ciò che è stato “determinato”, tanto l’ingegnera quanto il geometra, nell’atto pubblicato lo scorso 2 marzo, avevano accertato «nell’importo di € 590.122,88 la spesa complessivamente sostenuta dal Comune di Paola».
Peccato però che, a distanza di soli quattro giorni (quindi a partire dall’altro ieri, 6 marzo), l’atto in questione sia stato completamente stravolto, cambiato nel finale con un totale “aumentato” di 1.399,96 euro che ha portato la cifra, sotto la quale – oltre al timbro dell’ufficio tecnico – sono comunque rimaste le firme del supporto al Rup (ing. Bruno) e del responsabile del procedimento (geom. De Medici), a 591.522,84 euro.
Il fatto, assai strano, ha determinato la necessità di ricontrollare tutte le tabelle incluse nella relazione acclarante dove, nero su bianco, è spuntata un’aggiunta che ha svelato l’arcano.
Ribadendo che si tratta di uno stravolgimento del quale non viene fatta menzione in nessun passaggio del documento, che induce a pensare in un cambio sostanziale e presumibilmente coatto tra la prima e la seconda versione dell’atto, nella “diversa” determina dirigenziale n.12 datata comunque 22 febbraio, è stata inserita la voce «Spese impegnate e non pagate», dove all’Atp formata dall’architetto Luigi Colella con gli ingegneri Trimboli e Toscano, è stato riconosciuto un totale di 1.429,25 euro.
A Paola ora capita che un responsabile e il suo supporto firmino due volte lo stesso documento, accertando contemporaneamente cifre assai diverse.
Ma una spiegazione, sicuramente, ci sarà (intanto salgono a tre le anomalie sull’albo pretorio).